Che cos’è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo del valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
da W. Szymborska, “La gioia di vivere” in “Tutte le poesie” 1945-2009
È da un po’ di tempo, ma forse nemmeno troppo, che questa poesia è tornata sulla bocca degli operatori dell’orientamento e anche su quella dei docenti che la usano come strumento per la didattica.
Potete usarla allora in molti modi:
- Come traccia per un tema nelle scuole superiori chiedendo ai ragazzi di provare a immaginare e raccontare “cosa vuol dire cercare lavoro” (oltre che la classica analisi delle forme stilistiche e altro)
- Chiedendo ai ragazzi di scrivere un loro curriculum seguendo quanto indica la Szymborska e poi l’esatto contrario
- Usatelo per introdurre un tema, in orientamento con i ragazzi e con gli adulti, su quali sono le cose per loro veramente importanti e che vanno oltre quelle richieste da un curriculum (e se ci sono cose che appartengono a tutti e due gli ordini tanto meglio). Lavorate poi su come trasformare le cose realmente importanti in lavoro magari riflettendo se questa trasformazione aggiunge o toglie lavoro alle nostre passioni.
- …
Avete suggerimenti sulle attività da poter fare con questa poesia?